giovedì 7 febbraio 2013

Voglio una pastiglia

In questi giorni la mattina mi sveglio con un gran mal di testa, di quelli che sembrano partire da dentro il bulbo oculare. Piano piano mi passa, ma non è bello svegliarsi a questo modo, a complicare le cose poi c'è la colazione in compagnia di mia madre che, tanto per cambiare, non fa che parlare male di mio padre, di mio fratello e la sua compagna (anche se per loro non ha tutti i torti), di Tizio e di Caio.
Non le ho detto niente del mio mal di testa, secondo me si dovrebbe vedere dal mio viso come mi sento, ma dato che lei non si accorge vuole dire che non è grave. Poi in questo periodo in primo piano c'è la salute di mia sorella, alle prese con i denti del giudizio. La capisco, ma vi posso assicurare che stanno facendo due palle tanto con la storia dei suoi denti storti. Anche i miei sono storti, anche i miei sono messi male, solo che al tempo il dentista disse di lasciarli perdere, che se non davano fastidio era meglio lasciarli dove stavano. Certo me li avessero levato avrei i denti un poco più dritti, ma pazienza. Con mia sorella invece le regole sono cambiate, anche se il dento rimane fermo e buono si deve levare per scongiurare complicazioni future. Delle volte mi domando se nel cervello di mia madre rimangono ricordi di me. Ricordo una volta che stava facendo pulizie di cianfrusaglie, di cui molte erano lavoretti fatti a mano da me ed i miei fratelli. Per una strana coincidenza non si ricordava mai l'autore dei miei ed ha cestinato, di nascosto perché poi le feci notare che erano lovaretti miei, tutta e solo la mia roba. Forse è per questo che rimango ancora in casa con i miei, forse ho paura che il giorno in cui varcherò la soglia scomparirò per sempre dalla loro mente.

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